Dietro le quinte dell’arte di Giovanni Colacicchi

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Dio Fluviale - Carboncino su carta, 1962

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo il comunicato in oggetto

 

Parlare di Giovanni Colacicchi, artista nato ad Anagni nel 1900 ma naturalizzato fiorentino, non è

un’impresa facile, in quanto ci si trova a rapporto con storici dell’arte come Berenson e Del Bravo,

poeti come Montale e pittori di rilievo come De Chirico; abbiamo, quindi, deciso di lasciare che sia

l’artista stesso a rivelarsi, svelando ciò che non era stato pensato per essere visto.

A quasi dieci anni dall’ultima monografica, questa mostra ha il proposito di focalizzarsi sul “dietro

le quinte”, dando risalto allo studio e al processo creativo.

Il percorso è composto da più di 30 pezzi legati dal fil rouge della fase preparatoria e quindi

bozzetti, prime idee e cartoni si alternano andando a coprire circa cinquantanni dell’attività di

Colacicchi, caratterizzata da grandi commissioni pubbliche ma anche da un’intensa attività privata.

Si inizia con un piccolo disegno del 1921, studio per il dipinto Santa Trinita, visto e apprezzato

proprio da De Chirico che in una piazza fiorentina-Santa Croce-ebbe l’ispirazione per la sua prima

opera metafisica e si termina con un nudo femminile della seconda metà degli anni ‘70, studio per

una figura laterale della Resurrezione della Carne, una grande composizione su cui lavorò per più di

tre anni, in parte ispirata da alcuni versi del Purgatorio e del Paradiso. La fase centrale della sua

vita e della sua carriera, dalla fine degli anni ‘40 alla metà degli anni ‘60, è rappresentata dagli

studi per la decorazione ai lati dello schermo dell’ex Cinema Caffè Gambrinus, al momento uniche

testimonianze rimaste perché la prima versione andò distrutta in un incendio mentre la seconda,

successivamente spostata all’ex Cinema Ariston di Pisa, è stata trafugata fra 2020 e 2021, oltre che

dai grandi cartoni preparatori e dai bozzetti per il fregio a tema Allegoria dell’azione delle banche per

il miglioramento della società nell’ex Banca Commerciale, adesso sede del negozio Stefano Ricci.

Vari sono i soggetti dell’arte di Colacicchi: da quello politico, di cui esponiamo i cartoni per

Zaleuco Giudice di Locri nel Palazzo di Giustizia di Milano, opera in cui Pietro Calamandrei vide

una critica al regime che stava andando verso la promulgazione delle leggi razziali, a quello

religioso, per esempio il particolare cartone per l’Immacolata nella Cappella degli Scolopi in cui

unisce l’iconografia tradizionale a quella dell’Assunta, o l’Ebbrezza di Noè, qui presente con un

bozzetto accompagnato da una lettera dell’artista a sua nipote. Non mancano i riferimenti

mitologici, come il dipinto Danae che dal cartone si evince essere inizialmente pensato come una

Leda e il cigno, o poetici, come l’accecamento di Tiresia ripreso da Le Grazie di Ugo Foscolo, ma

anche temi privati e intimisti, soprattutto incentrati sul rapporto fra la figura umana e la natura e il

tema del risveglio.

 

Info: www.alessandromarletta.com

 

 

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