Confprofessione Toscana per i giovani

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo il comunicato in oggetto

 

Campanello d’allarme di Confprofessioni Toscana:

Ivo Liserani: “I giovani vedono sempre meno prospettive di crescita e di affermazione professionale”

“I giovani vedono sempre meno prospettive di crescita e affermazione professionale. Quello dell’avvio alla libera professione dei giovani resta un caso aperto e la Toscana, così come tutto il nostro paese, deve affrontarlo. Bisogna pertanto che la politica cominci ad interessarsene. E’ necessario facilitare i meccanismi di staffetta generazionale e tutti gli strumenti che possano favorire l’ingresso dei più giovani nel mondo del lavoro e nello specifico per quanto riguarda gli studi professionali. Abbiamo bisogno di usare al meglio la leva intergenerazionale per stimolare i giovani ad intraprendere un’attività libero professionale, nella consapevolezza delle difficoltà che comporta, poiché stiamo assistendo a una crescente ricerca del posto fisso da parte di coloro che avrebbero le carte in regola per intraprendere una professione autonoma. Una rinuncia che ha come cause essenziali la difficoltà a crearsi uno spazio di lavoro che consenta di intravedere la possibilità di guadagnarsi una autonomia finanziaria. Ne deriva un impoverimento progressivo di quello che dovrebbe costituire il tessuto professionale nei prossimi anni. Tanto che nonostante un saldo occupazionale in attivo, la libera professione perde progressivamente appeal tra le giovani generazioni. Cresce così la preoccupazione sulle prospettive future del mercato del lavoro negli studi professionali che non riescono più ad attrarre neolaureati”.
Lancia un appello il presidente di Confprofessioni Toscana, Ivo Liserani, rivolgendosi alle istituzioni locali, a partire dalla Regione, con cui chiede apertamente un confronto sul tema. “Esiste sicuramente un problema di reddito per i giovani – prosegue Liserani – che stentano ad affermarsi. Come dimostrano i dati dell’analisi di Confprofessioni per la Toscana, dove nel 2021 solo il 14,9% dei professionisti nella fascia tra 25 e 44 anni ha optato per un regime ordinario al momento della dichiarazione, dunque con un’evidente propensione verso il regime agevolato. Quota per altro inferiore alla media nazionale che è del 15,2%”. “Alla Regione chiediamo di aprire un confronto con le organizzazioni di rappresentanza per creare – per quanto può essere di propria competenza – le condizioni di sviluppo necessarie a rilanciare la libera professione, facilitandone l’approccio. Anche ripensando a quelli che sono i rapporti tra professionisti ed enti pubblici”.

Fonte: Ufficio Stampa

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